Possiamo
dire che l'opera di Giorgio Zani ci offre uno straordinario esempio
di drammaturgia popolare. Questo spazio scenico, che è il luogo della
personalissima fantasia di Zani, diventa - come per magia - il punto
d'incontro dell'immaginazione di tutti noi.
Siamo trascinati, d'incanto, verso un universo, in cui il volume trasparente
degli oggetti, degli animali, dei fiori, del paesaggio, conquista
dei limiti esatti dove le forme sono isolate le une dalle altre e
persino dal loro ambiente come nel vuoto: come nelle luccicanti vetrate
medioevali oppure nei rutilanti "Cartoons" televisivi. I
"sintagmi" - cioè le parti dell'immagine - si staccano da
ogni corrispondenza equivoca, da ogni compromesso, allora l'immagine
globale si annoda sotto i nostri occhi sino ad insistere col suo peso
di cosa separata. [
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Tutti gli amanti d'arte sanno ormai che la
prospettiva albertiana è stata superata da tempo nelle sperimentazioni
della pittura del XX secolo, ma è proprio oggi a fine secolo e a
fine Millennio che gli artisti più giovani e avveduti hanno riscoperto
l'andamento medievaleggiante della pittura, fatto di ritmi paratattici
e di spostamenti concatenati, dove le figure, malgrado l'autenticità
della loro sostanza, rimangono soprattutto profilate e non ci si
può non stupire di fronte alla magica attualità del "mosaico"
visivo di Giorgio Zani. Sembra che Zani si valga, per il suo scopo
pittorico, di superfici magnetiche di televisivi tasselli, docili
e propensi a lasciarsi strappare le sagome, le tessere portate ad
aderire in qualche punto, ad addensarsi, per poi scomparire oppure
ricomparire alla ricerca di luoghi e collocazioni diverse. [
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Il lavoro di Giorgio Zani è carico d'energia;
la sua matita traccia una dinamica frontiera fra il mondo della
vita e lo spazio astratto dove s'innesta la nostra fantasia e la
nostra inventiva.
La giocosità affascinante che attrae nei suoi mirabili disegni fa
parte di tutta l'ironia e la saggezza con cui un giovane - vecchio
osserva il mondo a lui circostante. [
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